Artisti 1/2 marzo

 SQUARTET. Formati a Roma nel 2004, gli Squartet propongono brevi composizioni per tre strumenti in cui la lezione di musica Rock viene riletta alla luce di quei generi cosiddetti "di rottura" apparsi negli ultimi trent' anni. La vera missione del trio è superare gli sperimentalismi e ridefinire il concetto di "orecchiabile", "ballabile", in ultima analisi "godibile", attingendo a quell' universo artistico, o più spesso prosaico, che circonda la musica contemporanea. Il gruppo è composto da Fabiano Marcucci al basso, Manlio Maresca alla chitarra e Marco Di Gasbarro alla batteria, musicisti con esperienze consolidate nel mondo jazzistico (I Mostri, Orchestra Nazionale di Jazz), classico (Orchestra Giovanile di Santa Cecilia), pop/folk (Nada, Antonella Ruggiero, Ardecore, con cui vincono la targa Tenco nel 2007), di avanguardia (Neo, Ay) e teatrale (Aqua Micans Group). A maggio 2005 gli Squartet pubblicano il primo omonimo album, prodotto dal network di musicisti Jazzcore Incorporati. Danno quindi inizio ad in un' intensa attività live, grazie alla quale entrano in contatto con le realtà più interessanti della musica creativa europea. Uwaga! (2008) è il secondo lavoro: distribuito da Waysidemusic/Cuneiform Records per gli Stati Uniti (Soft Machine, Doctor Nerve, Fred Frith), in Italia è in catalogo con Goodfellas. L' album è frutto dell' esperienza di tre anni di sala prove e tour; è stato registrato al Locomotore di Roma e masterizzato da Maurizio Giannotti presso il Newmastering di Milano, con la grafica di Fuz & Gorcin Zec (Quartopiano, Parigi).
 



SABOT. Si sono formati nel 1988 a San Francisco, dalla sezione ritmica (Chris Rankin al basso e Hilary Binder alla batteria) del trio punk-folk Forethought. Dopo 15 anni i Sabot continuano ad essere un duo strumentale basso e batteria (e tuttora annovera nelle sue fila tutti i membri originari !), sono al sesto album ed hanno fatto innumerevoli concerti in tutto il mondo.
 
 










GueRRRa è un progetto Jazz-math-core di Marco Stentella e Francesco Frabollini e Giulio Marconi nato nel 2010 a Terni. Lo scopo della loro produzione musicale consiste nella continua sperimentazione sonora e nello stravolgimento delle forme classiche di approcciare alla musica strumentale. La loro musica, partendo dal set up tipico della musica contemporanea (Chitarra/Basso/Batteria), è un continuo capovolgimento dei canoni e abbandono delle regole compositive: ritmiche incalzanti, disarmonie, tempi dispari e sincopi, intramezzi improvvisati e sonorità distorte trovano spazio all'interno di un suono profondamente e romanticamente Jazz.

 

Makhno è il one man project di Paolo Cantù, musicista autodidatta, chitarra elettrica e qualsiasi altra cosa gli capiti tra le mani. Le sue prime esperienze sono nella storica band brianzola Tasaday, dopo la quale è membro fondatore di Afterhours, Six Minute War Madness, A Short Apnea (semplicemente un pezzo di storia della scena underground italiana) fino all'ultimo gruppo con Xabier Iriondo, Uncode Duello. Dopo il suo esordio come solista con 4 brani sul vinile Phonometak 10, Silo Thinking è la sua prima prova sulla lunga distanza.


Testadeporcu. Velocità. Compressione. Tempo. Questi sono i tre fattori preponderanti che possono essere considerati come la struttura portante dei Testadeporcu, un power duo basso-batteria nato dall’incontro di due navigati musicisti bolognesi: Diego D’Agata, bassista dei – per ora - congelati Splatterpink e Claudio Trotta, batterista della storica prog band Deus Ex Machina nonché collaboratore in svariate formazioni ed orchestre di musica contemporanea. Nonostante il pubblico prog abbia dimostrato una notevole attrazione nei confronti di questa band, i testadeporcu tengono a precisare la loro presa di distanze da questo genere, che non ritengono adatto a descrivere la propria attitudine “ignorante” e parodistica nei confronti della loro stessa musica. Le coordinate musicali di questa band possono essere descritte più come un crossover estremo fra hardcore e musica contemporanea, a tal fine e per fugare ogni dubbio i testadeporcu hanno coniato il termine “punktemporary”. Pezzi brevissimi ed incendiari, strappi e continui cambi di tempo, furiosi riffs di basso sostenuti a velocità pazzesche, voci urlate in un idioma del tutto astratto, campionamenti improvvisi ed elettronica scrausa, giocattoli per bambini ed improbabili tastierine suonate in contemporanea al basso; tutto questo conferisce alla band, sia a livello visivo che musicale, un divertente aspetto parodistico sia nei confronti dell’hardcore che nei confronti di certa musica intellettuale e che dal vivo esplode in tutta la sua potenza lasciando oltretutto percepire anche un lontana e vaga attitudine “rock”, e naturalmente lasciando attonito il pubblico.
 

 



ManzOni rivive in un interprete di 57 anni, esordiente o quasi alla platea musicale italiana: Gigi Tenca ha il soma di Moustaki ma guarda il mondo con gli occhi di Nick Cave, la sensibilità e le paure di Daniel Johnston, il sapore di una cena slow food tirando tardi dietro grandi bottiglie. Scrive di eros e tanathos, passioni forti senza compromessi tanto meno storici, magnetico centro di gravità ...gravosa che grava e gravita sotto il peso della propria vita, un Aidan Moffat veneto cui basta sostituire la vocale finale del cognome per trasformarlo in autore dall'esito noto. Dalla valigia dell'attore escono parole ametriche, scarne, private, in sottrazione eppure ricche di aggettivi e dettagli, piante e colori, golose di cibo ed elementi del cosmo, ostentatamente atee. Non è un reading né una declamazione, dacché il cantato armonizza e la forma si mostra fedele alla canzone anche se i brani non hanno ritornello e i testi, a vederli lanciare dal palco, presentano puntini di sospetta sospensione, segno dei tempi...I suoi plausibili figli sono Carlo Trevisan, anni 38, Emilio Veronese, anni 34, Fiorenzo Fuolega e Ummer Freguia, anni 32 (i primi due lo seguono da precedenti esperienze comuni): The Bicentennial Man che somma le cinque età riempie il disco e il palco in formazione atipica per il rock d'autore, frutto anche delle sliding doors che hanno determinato la vita del gruppo. Quattro chitarre diverse l'una dalle altre, talmente differenti che una a turno può diventare batteria e rendere la formazione estremamente flessibile, soprattutto dal vivo, con tutte le elettriche assieme che succedono a due elettriche, un'acustica e la batteria, più i tappeti di loop ferrosi e ipnotici, l'elemento-Gigi a presentare i brani in maniera personale.

http://garrinchadischi.bandcamp.com/album/cucina-povera



VORTEX KLUB technoshamanmuzak! Un progetto nato per ballare e tirarvi giù nel vortice con sonorità che spaziano dalla techno, all'elettronica, alla techno organica ed oltre. Il Vortex Klub nasce dalla collaborazione tra tre musicisti della scena underground bolognese, Machno: batteria, Djan'Nì al didjeridoo e Peter Enkson alle macchine. Lontani dalla forma traccia, propongono un set di improvvisazione totale dalle sonorità che vanno dalla acid alla organic techno. “la canzone del tecno-ribelle suona per i mutanti del teknovortex-club, scatenàti nella pista numero 13 per un’altra nottata dell’apocalisse metropolitana; La canzone del tecno-ribelle risuona dagli angoli della periferia del 6°livello…esce dai ghetto-blasters delle gangs di quartiere, nell’attesa che qualche figlio di papà sbagli strada. La canzone del tecno-ribelle è la colonna sonora di tutti i punti di resistenza cyberpunk…l’accompagnamento ideale per surfare nel cyberspazio. La canzone del tecno-ribelle è l’inno dei sognatori in viaggio iper-lisergico…ora si sentono pronti a lanciare messaggi illuminati alle umanità di domani!!! (The tekno vortex…It’s the tekno class-war baby…I wanna a city riot now…it’s the tekno-shaman-muzak babe)”    professor bad trip -”Tecnorebelsong”1994

https://www.facebook.com/VortexKlub





Gli Psychocandy nascono a Perugia nel 1999 per inserirsi in una scena che a quei tempi non esisteva più, ormai accantonata perchè si pensava che aveva dato tutto per soddisfare i bisogni dell'industria discografica già voltata su altri lidi . Il post punk e la darkwave che hanno sempre proposto, inizialmente, è servita loro per continuare a credere nella forza intellettuale e propedeutica di un ge...nere innovativo negli anni'80. Cercano di assorbire certi fondamentali stilistici dal passato, rubano il nome di uno degli album più graffianti degli anni '80, ricontestualizzano il tutto per sfidare un periodo arido di nostalgie dark, proiettato e affezionato invece verso il brith-pop, il dub e specialmente in Italia, il predominio delle Posse. Piantano le loro radici dark nel territorio circostante proponendo in modo personale qualcosa che nessuno più si ricordava l'esistenza, incuriosiscono, e cominciano a macinare i palchi regionali portandosi dietro DISORDINORDINARIO (2002). Cambiano formazione, giocano con l'inglese e cominciano a uscire dall'Umbria ma sempre di soppiatto senza colpi di scena con Eyescream (2005), fin quando non si decidono di autoprodursi THE WAVE (2007). Nel 2009, in occasione del loro 10° anniversario, autoproducono X TEMPTATION e lo presentano a Londra, anche lì con una serie di tre date, una delle quali si svolge al Bull and Gate, uno dei locali live storici della capitale inglese. Aprono i concerti di White Rose Movement (UK) e Monozid (Ger). Mentre il 2010 e il 2011 molti live della band sono caratterizzati da diversi esperimenti dove inserire performance artistiche provenienti da altri settori (reading, videoart, fluxus, videopittura, dadaismo e scenografia), nel 2012 riprendono la fase produttiva, cambiando la line up per la quarta volta, e intraprendendo il loro quarto album autoprodotto con cui musicalmente si ripresenteranno alla sfida sin dagli inizi del 2013.

 www.psychocandy.biz
 

 
MIRANDA è un trio (Piero Carafa suona il basso, Giuseppe Caputo chitarra, voce, synth e sampler, Nicola Villani batteria, drummachine e e synth), attivo a Firenze dal 1999, anche se i tre sono originari di Puglia e Calabria. Nei diversi anni di attività hanno percorso direzioni musicali differenti. La visione artistica di Miranda è stata definita "radicale e spregiudicata, il loro modo di suonare disgregato e storto, la loro indole alienata e a tratti beffarda" (Blow Up 100). Hanno all’attivo due albums su fromScratch records (inside the whale del 2003 e rectal exploration del 2006) e uno split cd con i canadesi Creeping Nobodies. Rectal exploration è l’album che li ha fatti conoscere ed apprezzare dalla critica (rumore li ha definiti “uno dei nomi più interessanti dell'underground italiano”, nov. 07), mentre i loro concerti teatrali e d’impatto, in Italia e in Francia, ne hanno fatto un piccolo culto della NoWave made in italy. Nel 2009 pubblicano il terzo album per fromscratch/audioglobe (ristampato nel 2011 per fromscratch/mandai), growing heads above the roof, che arricchisce il suono dei miranda di suoni sintetici e campionati, considerato dalla stampa specializzata il migliore della band (blow up 133). Il suono "è più asciutto ed essenziale, arriva dritto al punto" (rumore), "Ascoltarlo ed essene presi è un tutt'uno. La formula - retrò-futuribile - è ormai assurta a rango di classico contemporaneo" (rockerilla).Nel 2013 esce il quarto album "asylum: brain check after dinner".


 



Solquest è il frutto della vostra immaginazione: studioso della storia della storia ripercorre il percorso fatto dalla musica negli ultimi 900 anni attraverso l’uso di strumenti complicatissimi e mai visti come il sax, la chitarra, campionatori e l’olufiltrenio. Nel tempo libero è il co-proprietario della major Hysm? attraverso la quale decide le mode e le tendenze dell’indie più alternativo.





Paolo Fusi, 53 anni, romano. Giornalista investigativo per decenni tra la Svizzera, il Regno Unito e la Germania, faceva parte di coloro che seguirono Mani Pulite, scrivendo su oltre 20 testate internazionali, fra cui il “Sunday Times” di Londra, la “Frankfurter Allgemeine” di Francoforte, “Vslux” di Mosca, il “Tages Anzeiger” di Zurigo, ed in Italia soprattutto il settimanale “Avvenimenti”. Dopo l’11 settembre ed il libro “Il Cassiere di Saddam”, che spiegava le relazioni industriale e finanziarie fra la Svizzera, gli Stati Uniti ed i dittatori di mezzo mondo, ha lasciato il giornalismo per dedicarsi all’attivitá di consulente per le ONG e le aziende di due diligence. Negli anni ’90 con la sua band &scap& ha ottenuto un discreto successo in Germania ed in Svizzera, ma è poi a partire dal 2004, dapprima con lo spettacolo di Teatro Canzone “Feldwebel Pfeffer’s Einsame Hartz IV Band” e poi con gli Osama Sisters e con i suoi libri di racconti, che ha raggiunto la notorietà, specie nella ex Germania dell’Est.

 




Il progetto LesMistonS nasce nel 2005 da Gianluca Natanti in collaborazione con Alessandra Ballarini. LesMistonS è un progetto di sperimentazione e improvvisazione cruda. Con queste prerogative il progetto si espande in realizzazioni musicali di tipo Industrial / Cyberpunk / Noise / Multimediale. Il progetto in sé non pone nessun limite performativo e di collaborazione. L’intento del gruppo è insorgere dalle sonorità con escursioni audio/visive meta/terroristiche intente a sovvertire ordini musicali e visuali precostituiti, promuovendo il DIY.




Christian Muela (didjestivo didjeridoo + electronics). Suonatore di Didjeridoo dal 2003, è impegnato nella ricerca artistica tra strumenti antichi nella società di oggi, in particolare nella produzione di musica "contemporanea" con tecnologie primitive. Oltre alla musica la ricerca coinvolge anche la sfera visiva con l'elaborazione di performance o sculture spesso attraverso linguaggi sinestetici, utili per condividere valori più universalmente riconoscibili.
 

Pulmino Fiat Theatre. Semivolanti. Cos’è un luogo teatrale? Uno spazio comodo per gli avvenimenti, dove un gesto, una parola vengono esaltati dal contenitore che li ospita. Il Pulmino Fiat 900 è un luogo teatrale mirabile. Ho avuto la fortuna di riceverlo da un cugino contadino che lo voleva rottamare: non lo ha usato molto, ma quando l’ho preso erano visibili i resti delle molte vendemmie e delle raccolte di olive. Il Pulmino Fiat 900 appartiene a quella tipologia di oggetti che hanno un loro vissuto intrinseco come il “Maggiolino” Volkswagen o le macchine da scrivere Olivetti. Hanno una forza d’immagine popolare, nel senso più nobile del termine: in loro si sposano la grazia delle forme, la funzionalità e la durata. Ed è proprio questo carattere popolare che a me interessa. Il Pulmino parcheggiato, con i vetri oscurati da schermi neri, diventa un luogo per pochi spettatori: è un teatro in miniatura per 5 spettatori per volta. Le scene non durano più di 5 minuti: “L'avvenimento teatrale diventa un frammento che si spa- zializza in soluzioni sempre diverse: quasi fossero dei corti cinematografici, con una loro compiutezza e una loro vivacità. Le brevissime scene sono tracce, suggerimenti di mondi possibili”, indagano il mistero quotidiano di questa cosa che chiamiamo vita: che è insondabile e pericolosa, che ti meraviglia o che ti corrompe con la sua crudezza. Non ci sono risposte da offrire ma sguardi poetici che esplorano e cercano di capire.

www.semivolanti.it




Darek Blatta nasce a Foggia il 30 maggio 1980.  Fin da giovane si avvicina con entusiasmo alle arti visive. Durante la carriera scolastica questa passione muta definitivamente in studio approfondito per il disegno al quale si dedica appieno nella realizzazione di fumetti, (non pubblicati). A sedici anni la sua propensione artistica sfocia in una nuova e produttiva passione per l’aerosol art, passione che gli fa coltivare molte amicizie nell’ambito artistico non solo circoscritte al semplice ambiente della città natale, ma estese soprattutto in numerose città italiane, contribuendo attivamente allo sviluppo di quella sottocultura, corrente indipendente che è la street art. A diciotto anni scopre la pittura a olio e si appassiona alla storia dell’arte, dipinge copie dei grandi capolavori dell’Ottocento, su commissione e svolge lavori di decorazione d’interni ed esterni per molti negozi. Partecipa a concorsi d’arte e mostre collettive, (X Memorial Maria Borriello Madonna a Torre del Greco,alle collettive presso il " Blue cheese"(Roma) e al "Bellami"(Foggia) nel 2002, al "Forte Prenestino (rRma)nel 2007,alla collettiva"two for four"di Scandiano nel 2010,estemporanea presso "il chiostro"nel 2011 a Foggia). Attualmente vive e lavora a Roma, sempre con crescente trasporto si dedica a ciò che è sempre stato un legame innato, uno scambio continuo e un arricchimento quale può essere il legame fra l’artista e la comunicazione visiva, nonché tutte le esperienze di vita che ne conseguono.



 

Melissa Lohman. Danzatrice/performer di New York City. Laurea in belle arti, School of Visual Arts, NYC. Studia danza moderna, danza contemporanea, tecnica Simonson, balletto classico, yoga, danza Afro-Haitana e Noguchi Taiso (tecnica di consapevolezza corporea) con Mari Osanai. Dal 1995 si esibisce come performer, musicista, attrice in diversi club e teatri a NYC, tra i quali: The Knitting Factory, CBGB’s, Webster Hall, UCB Theater.Nel 2004 scopre la danza butoh con Minako Seki e successivamente con Yoshito Ohno, Ko Murobushi, Tadashi Endo, e Katsura Kan. E' invitata da Katsura Kan a danzare in "Curious Fish" a NYC; "Butoh/Beckett Notation" a NYC e Los Angeles e a collaborare nel Festival di butoh di San Francisco e per "Dance Relation 1" a NYC. Nel 2009 apre lo spazio polifunzionale New York Dance Qube a Brooklyn NY, che diventa un punto di riferimento per danzatori, performer, musicisti, e artisti visuali. Attualmente vive e lavora a Roma. Danza nella rassegna internazionale di danza butoh “Trasform’azioni” presso il Teatro Furio Camillo e il Teatro dell’Orologio di Roma; nella rassegna “Arti” presso i Magazzini della Lupa a Tuscania; nel festival “Buto-Clip” presso Bèrtain-Poiré di Parigi e al Teatroinscatola di Roma in “Menade”. Attualmente lavora con Marcello Sambati in “Esitazioni”. Collabora con diversi musicisti jazz, rock e avanguardia .Svolge attivita’ di insegnante di danza/movimento.